Dopo il trionfo dell’Apollo 11, Collins lasciò la NASA nel 1970 e fu invitato ad assumere il ruolo di Assistente del Segretario per gli Affari Pubblici, in un momento sociale difficile, con la guerra in Vietnam e le proteste studentesche, ma si rese conto di non essere tagliato per l’incarico e dopo poco più di un anno di questo “confortevole purgatorio”, nel 1971 passò al ruolo di direttore del National Air and Space Museum (NASM), il grande Museo nazionale dell’aviazione e dello spazio, a Washington.
Collins diresse il progetto di rinnovo e ampliamento del museo e lo portò a termine restando nei costi e nei tempi previsti, aprendolo al pubblico a luglio del 1976; nel frattempo scrisse e pubblicò la prima stesura della sua autobiografia, Carrying the Fire, che uscì nel 1974. Il NASM divenne ben presto uno dei musei più popolari del mondo, con quasi dieci milioni di visitatori l’anno. Michael Collins rimase a dirigerlo fino al 1978, per poi assumere il ruolo di sottosegretario dello Smithsonian Institution, restando nelle riserve dell’Aeronautica, che lasciò nel 1982. Dal 1980 al 1985 ricoprì il ruolo di vicepresidente della LTV Aerospace & Defense Company, fondando poi la società di consulenza aerospaziale Michael Collins Associates.
Collins scrisse anche altri libri dedicati al volo spaziale e negli anni della pensione si dedicò alla famiglia, alla pittura e alla pesca a Marco Island, in Florida, e ad Avon, in North Carolina.
Nel 2014 perse la moglie, Pat, dopo 57 anni di matrimonio.
Collins si è spento a casa a Naples, in Florida, a 90 anni, il 28 aprile 2021. Le sue ceneri si trovano al Cimitero nazionale di Arlington.
Nel novembre del 2023 la casa editrice Cartabianca Publishing, con sede a Bologna, ha pubblicato la versione italiana dell’autobiografia di Collins, tradotta da Paolo Attivissimo con la collaborazione di Sergio Alasia, Elena Albertini, Gianluca Atti, Marco Cannavacciuolo, Fabio Castelvetri e Gabriella Cordone Lisiero.